BRONCOPOLMONITI

Le broncopolmoniti sono infiammazioni dell'albero bronchiale e dell'organo polmonare (non necessariamente coinvolto per intero) caratterizzate da:

- tosse

- dispnea (difficoltà nella respirazione)

- febbre superiore o uguale a 39°C

- cianosi (non sempre presente, ma più evidente nel bambino)

I bambini, nei primi anni di vita in particolare, sono più a rischio per via di alcuni fattori:

1) Brevità dell'albero bronchiale

Ciò assicura una maggior comunicazione con le vie aeree superiori, in modo tale che un banale raffreddore, un'influenza o una malattia esantematica dell'infanzia possono, più che nell'adulto, degenerare in broncopolmonite.

2) Posizione supina costante

Soprattutto il neonato, non camminando, è soggetto ad una continua posizione supina che compromette le vie aeree.

3) Un numero di anticorpi ridotto (quelli che hanno sono soprattutto di derivazione materna) e specialmente nei neonati sottopeso o prematuri.

I bambini con una grave immunodeficienza congenita (es. sindrome di Di George) sviluppano più facilmente broncopolmoniti per banali infezioni respiratorie.

EZIOLOGIA

La broncopolmonite è di solito dovuta alla presenza di Streptococcus Pneumoniae o Pneumococco, che viene inalato dalle vie respiratorie superiori infiammate.

La patologia si presenta soprattutto nei mesi invernali o alla fine dell'autunno, poiché legata all'ingestione di aria fredda. Il contagio raramente avviene da uomo a uomo, ma è comunque possibile attraverso i colpi di tosse. 

Tuttavia, perché si manifesti una compromissione polmonare e non una semplice bronchite in seguito all'inalazione di aria fredda e infetta, è necessario che il soggetto sia fortemente immunodepresso o con importanti carenze vitaminiche e nutrizionali oppure che abbia già sviluppato una bronchite o un'infiammazione delle vie aree mal curata o ancora in atto. Bisogna ricordare che anche soffrire di reflusso gastroesofageo compromette le vie aeree e predispone alle broncopolmoniti, pur essendo una patologia dell'apparato digerente. 

La regola è questa: il batterio deve colpire vie aeree superiori già compromesse, ed è questa loro compromissione che non riesce a impedire la progressione dell'infezione verso i polmoni.

SINTOMI

L'inizio della malattia è subdolo e caratterizzato da tosse e inappetenza, ma senza febbre. A questo stadio può mimare una semplice bronchite.

Quando inizia la febbre (38-39°C), compaiono anche brividi e dolori articolari. La tosse diventa più fastidiosa e tale da limitare ancora di più l'alimentazione, nonché il sonno. La tosse è secca e stizzosa e tende ad aumentare col tempo. Possono esserci episodi di nausea e vomito successivi al tentativo di ingestione di cibo. Ancora una volta, può mimare un'altra patologia, e cioè una semplice influenza, tuttavia si distingue da essa perché non è presente compromissione faringea e delle cavità nasali, la febbre è più elevata e i sintomi si protraggono per più di una settimana.

Alla fine subentra la dispnea, soprattutto sensazione di "fame d'aria", e nel bambino si osservano anche cianosi e diarrea.

Alcune broncopolmoniti possono non dare dispnea ma solo tosse e febbre; altre, specialmente nel neonato, possono essere molto lievi e non comportare né tosse né febbre.

DIAGNOSI

La diagnosi è clinica, ma talora può essere necessario eseguire anche un RX del torace per verificare il grado di estensione ai polmoni.

All'auscultazione si sentono RANTOLI UMIDI diffusi ai bronchi e alle basi polmonari, ma se la compromissione polmonare dovesse essere più grave, i rantoli sono presenti in tutto l'organo. Questi reperti, assieme a un'accurata anamnesi, sono spesso sufficienti a fare la diagnosi.

TERAPIA

A differenza della bronchite che spesso è autolimitante, la broncopolmonite non trattata può protrarsi con febbre elevata per settimane e condurre anche a morte.

La terapia è a base di antibiotici. Classicamente si utilizza PENICILLINA per via intramuscolare, ma al suo posto possono essere utilizzate BETALATTAMINE o CEFALOSPORINE per via orale, associate a corticosteroidi.

Assieme alla terapia antibiotica, bisogna prescrivere vitamine e probiotici per assicurare la continuità della funzione intestinale.

Raramente è richiesta la ventilazione assistita.